Elezioni Europee 2024. C’è un motto, tipicamente piemontese, molto usato nella regione: quando qualcuno ti chiede “come va?”, e tu sei nel pieno di problemi che non riesci più a gestire, ma non hai nemmeno voglia di raccontare i fatti tuoi, rispondi “Bene! Come una barca in un bosco!”.
di Davide Amerio per comedonchisciotte.org
Elezionie 2024. L’ossimoro è evidente. Viaggiare con una barca in un bosco è impossibile (a meno che questa non sia dotata di ruote, ma non è questo il caso): si resta pertanto fermi, e non si sa più cosa fare e dove andare.
Il panorama politico nazionale ed europeo offre un orizzonte stagnante, e non sono poche le persone indecise sul da farsi con il proprio voto: chiudersi nel continuo “Aventino” del non voto, oppure fidarsi…ma di chi?
Nelle ultime ore tiene banco, sui media, l’incontro tra la presidente Giorgia Meloni e il presidente della Campania Vincenzo De Luca: uno scontro tra “titani” attorno alla definizione di “stronza”(perla offerta dal De Luca nei confronti della Meloni), e la presentazione piccata della Presidente del Consiglio che si presenta come “stronza” all’incontro. Ovviamente le tifoserie di parte si scatenano, e sui Social è un fiorire di meme.
Uno dei pochi (se non l’unico) che sembra accorgersi di questa iperbole cafonaria nello scontro politico è Marco Travaglio, il quale bacchetta soprattutto la sinistra di Conte e di Schlein, per non essere adeguatamente intervenuti con una chiara condanna di queste espressioni, cui è abituato in particolare il De Luca verso chi non gli aggrada.
Non si tratta di “politicamente corretto” o di volgarità di per sé, quanto della putritudine di un linguaggio politico che, privo di sostanza e reali contenuti, sostituisce la povertà di idee con l’offesa, l’insulto, la messa in ridicolo.
Fenomeno odioso questo, sdoganato definitivamente con la pandemia, cui non hanno saputo sottrarsi nemmeno certi colleghi di Travaglio (tipo Andrea Scanzi e Selvaggia Lucarelli) che hanno insultato, e augurato le peggio cose, a coloro che si rifiutavano di subire passivamente il “sacro siero” di Big Pharma; o di credere alla narrazione ufficiale fondata sul “se non ti vaccini… ti ammali… e muori” scandita a reti e cervelli unificati dall’incappucciato della finanza Mario Draghi.
Sul punto entra in gioco questa Europa, non dei popoli, ma delle Multinazionali, delle Lobby al seguito, e del neoliberismo finanziario e dei suoi sacerdoti. Le amichevoli relazioni (complicità?) della Von der Layen con Pfizer, certo non si addicono a chi riveste un simile ruolo istituzionale. La stessa persona recentemente denunciata alla Corte Penale Internazionale per “complicità in crimini di guerra in Palestina” da parte dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Ginevra.
Se in Italia il peggior governo degli ultimi anni si sta adoperando per distruggere lo stato sociale e l’economia italiana, nonché attuare l’ennesima picconata alla Costituzione (premierato, giustizia, sanità, autonomia differenziata), in Europa le scelte scellerate nel sostegno indiscriminato alla politica USA e Nato, ha distrutto qualsiasi credibilità nel sistema del concerto europeo.
Il rischio di un brutale conflitto in Europa, oltre i confini ucraini, è presente, in quanto potrebbe essere utile a mascherare i fallimenti delle politiche europee intraprese sino a questo momento, Macron in testa. Non sarebbe certo la prima volta che accade nella storia.
Governo italiano complice di questa situazione: dall’invio delle armi per compiacere Usa e Nato (senza l’ “Iva” per favorire le industrie belliche, mentre l’Italiano mediamente deve pagare il 22% per beni normali), al manganellamento “democratico” degli studenti che chiedono Pace per il Medio Oriente, e si oppongono a governi guerrafondai come quello di Zelensky e di Netanyhau (sul quale pende il mandato di arresto addirittura del Tribunale Internazionale di Giustizia).
Il governo italiano esulta per i dati sull’occupazione: tacendo sul particolare che il miglioramento è per lo più dovuto alla diminuzione del denominatore (la platea di persone in età lavorativa) su cui si fonda il calcolo.
In Europa la BCE, per una strana coincidenza in prossimità delle elezioni, taglia finalmente i tassi di interesse, dopo che l’intera economia europea volge alla stagnazione, anche grazie alle inutili e scellerate sanzioni alla Russia che, nella perversa logica atlantica, avrebbero dovuto “ammazzare” Putin.
In Italia il Giorgetti segue la linea Draghi impedendo la circolazione dei crediti fiscali maturati con il Bonus 100 il quale, certo non privo di difetti, migliorabile sicuramente, ha però movimentato l’economia post pandemica. Il blocco della circolazione dei crediti fiscali mette e metterà in croce migliaia imprese del comparto e molti cittadini che non vedranno il rimborso dei crediti.
Mentre in Europa la quota minima di salario è materia ordinaria, in Italia è tabù. Ci si può consolare con Brunetta (acerrimo nemico di ogni aiuto pubblico) che prenderà oltre 200 mila euro di stipendio annuale per essere diventato presidente di un organismo che lui stesso avrebbe voluto abolire, ma oggi diventato improvvisamente necessario.
Una Europa che sembra ancorata al detto “Si vis pacem para bellum” (se vuoi la Pace prepara la guerra), ignorando la storia del XIX e XX secolo in cui l’equilibrio di potenza tra le nazioni ha sempre condotto alla “Trappola di Tucidide” con conseguenze drammatiche.
La preoccupazione di contrastare le “forze sovraniste” è assolutamente falsa. La sovranità appartiene al popolo”, cita la nostra Costituzione, laddove popolo era inteso in una accezione metaforica inclusiva dei diversi soggetti componenti la comunità. Oggi la sovranità viene derubricata a sovranismo per delegittimare l’aspirazione di qualsiasi popolazione nel far valere la propria identità.
Nella retorica opaca dell’inclusione è avvertibile uno scopo subdolo, volto a privare le persone della propria storia personale dentro una “fluidità” che non ha nulla da spartire con il proprio genere sessuale, e con quello che si desidera assumere per sentirsi pienamente realizzati, non ostante la natura avversa.
Scopo della filosofia neoliberista, di cui è infarcita questa Europa, è l’annullamento dell’individuo in una sola classe identitaria con due valenze: quella di consumatore e quella di prestatore d’opera. Facile manovra all’interno di un sistema europeo che non è né pienamente federale, né pienamente confederale, ma continua in una via di mezzo, una terra di nessuno, dove lo scettro del comando rimane saldamente in mano alle solite nazioni, e viene ceduto saltuariamente solo al prezzo di ricatti.
Una Europa neoliberista schizzofrenica e paranoide, che riesce, nello stesso lasso di tempo, a parlare di politiche “green”, sulla pelle dei cittadini agendo sulla casa e sull’automobile, e di “economia di guerra”. Non ci possono essere politiche “ambientali” dentro una “economia di guerra”; ancorché esse siano realmente rivolte a contrastare i fenomeni di danno all’ambiente, e non semplicemente a consentire al Capitale di rigenerare se stesso.
All’interno dell’Italia il livello politico si presenta pressoché inadeguato alle sfide da affrontare. Il Parlamento europeo ha sempre assunto la veste di un “poltronificio” per piazzare i “trombati” in patria. Se la destra si rifugia dietro un banale e becero “nazionalismo”, la sinistra (perlomeno il suo “maggior” rappresentante) continua ad essere privo di un progetto politico che torni a concepire il mutamento dell’attuale sistema economico in uno nuovo modello che rispecchi la linea Liberale e Socialista, tracciata dalla nostra Costituzione, dentro una cornice di e-guaglianza, equità, e reale progresso sociale.
In questo panorama desolante chi andrà, comunque fiducioso o ligio al dovere democratico, a porre schede dentro le urne delle votazioni, dovrebbe porre attenzione a quei soggetti politici che davvero ritengono più importante il detto “se vuoi la Pace… costruisci la Pace”, piuttosto che a quei velletari guerrafondai de’ noialtri abbruttiti nello spirito, quanto nel linguaggio, privi di idee realmente innovative per la società.