M5S: dopo la sonora sconfitta delle elezioni Europee, è possibile pensare a una “nuova vita” per il M5S fondato da Grillo e Casaleggio? É ipotizzabile la nascita di un movimento/partito realmente Riformatore nello stantio panorama politico italiano? Un breve libro, una riflessione sul M5S per proporre un punto di vista differente, augurando che possa contribuire al suo recupero.
di Davide Amerio.
Dalla prefazione del libro:
Eppur si muove, eppure esiste ancora, non ostante tutto. Ha lasciato milioni (è il caso di dirlo) di “cuori” infranti per la strada; cuori sofferenti che l’hanno abbandonato, si sono allontanati, e non pochi mantengono il disprezzo che si rivolge all’amato da cui ci si è sentiti “traditi”.
Tradimento è una parola ricorrente quando parli, con molte persone, del M5S: cittadini che ci hanno creduto, l’hanno sostenuto, votato, che hanno partecipato per farlo crescere, fossero simpatizzanti o attivisti.
Al Movimento ho dedicato una decina di anni della mia vita; ho scritto un certo numero di articoli (alcuni inseriti in questo libro), l’ho sostenuto dai suoi esordi, ho abbozzato sui problemi che, secondo me, avrebbero creato problemi seri (prima o poi) confidando in una crescita politica e intellettuale dei giovani che ne hanno fatto parte.
Incomincia così questa riflessione sul M5S, partendo da lontano, oltre i 10 anni, quando, insieme a molti altri, ci appassionammo a questa strana creatura, apparsa sulla scena politica, partorita dall’incontro tra Beppe Grillo con tanta gente comune, stanca dell’asfittica stagnazione del paese.
Con Tgvallesusa.it ho raccolto molte osservazioni sul M5S. I primi anni in cui ho difeso la nascente promessa, invisa a un sistema politico che non avrebbe mai tollerato la “novità” fuori dai canoni della partitocrazia, sino alle osservazioni critiche, via via più determinate, nel periodo in cui vedevo (e non da solo), lo strumento ridotto a giocattolo per pochi intimi.
Ho scritto sui pericoli che il M5S correva avendo delle fondamenta basate su uno spirito troppo “populista”: quello che semplificava i processi politici riducendoli a mera scelta del “popolo” attraverso sondaggi via web. Come se tutta la conoscenza economica, politica, storica, sociale, e del diritto, non fosse più necessaria per districare la “complessità” del mondo reale.
Se dapprima questa impostazione poteva essere giustificata dalla “giovinezza politica” del movimento, e di quanti ne facevano parte, il tempo ha dimostrato che le scelte errate, o improvvisate, e le semplificazioni degli slogan, conducono a giocare una partita sul ciglio del burrone.
Così la iperbole della crescita del consenso si è poi trasformata in stagnazione, e poi in una successiva repentina discesa. Non avrebbe potuto essere diversamente. Gli errori si pagano, i “tradimenti” si pagano. Come cerco di spiegare in questo breve libro (qui a disposizione in visione gratuita, e pubblicato anche su Amazon per una versione cartacea), i problemi dell’oggi affondano le radici negli errori del passato; nelle questioni mai affrontate in profondità, nella leggerezza accattivante di certi slogan, pari solo alla loro inefficacia.
Eppure, a mio parere, quel fondo di volontà di reale cambiamento, quel modo di intendere la politica in una veste diversa, più nobile, più “pulita”, è rimasto: sia all’interno del movimento, sia nel paese. Alla domanda: se è possibile ricostruire, ripartire, ricreare le premesse per una riaffermazione… rispondo positivamente.
Ma! solamente se ci sarà, come spiego nella pagine di questo libro, uno spirito critico forte, una visione di ampio respiro, che guardi alla Riforma del sistema capitalistico neoliberista. Utopistico? Certo che si! Appunto per questo decisamente apprezzabile e politicamente concreto; perché la politica è concretezza di azione solamente se guidata da una forte utopia di rinnovamento e cambiamento.
Diversamente si tira a campare, a vivacchiare mettendo la firma su qualche iniziativa qui e là, a prendere lo stipendio da parlamentare, ma senza offrire agli elettori la convinzione (che deve essere in primo luogo dei proponenti) che le cose possono davvero cambiare, che si è! la differenza.
Altrimenti non ci si può stupire se l’elettore abbandona il suo diritto/dovere di votare: non trovando differenze, ma solo retorica un po’ condita di sinistra, un po’ condita di destra, ma fondamentalmente insipida: agli ordini dei padroni esterni (UE, NATO, USA), e dei vincoli economici esterni che fanno della politica economica un esercizio di mera ragioneria contabile per giustificare i cicli di austerità imposti.
Per quale motivo il cittadino medio (con tutti i suoi problemi) dovrebbe appassionarsi di questo genere di politica? Restano solo i fedeli zoccoli duri che, più ottusi degli zoccoli, votano qualsiasi panzana sia loro proposta.
Buona Lettura.
Qui a disposizione il libro in versione PDF, scaricabile gratuitamente